COPERTURE IN LAMIERA AGGRAFFATA

 

Aggraffatura doppia

La doppia aggraffatura rappresenta la soluzione usuale per le coperture nelle opere di lattoneria. Essa può essere adottata in ogni applicazione con la tecnica di aggraffatura in copertura, La molteplicita’ di profilatrici ed aggraffatrici disponibili consentono una lavorazione razionale ed economica, con risultati di ottima qualita’ a livello tecnico ed estetico. Questo tipo di lavorazione può essere eseguito anche in modo tradizionale, ossia impiegando profilatrici, scantonatici e martelli nonché pinze per chiudere manualmente le aggraffature (fig. 1 a-e).
L’altezza minima dell’aggraffatura finita, pari a 25 mm, risulta dalla piegatura laterale delle lamiere che, mediante diverse operazioni, vengono congiunte per formare una doppia aggraffatura. Impiegando profilatrici ed aggraffatrici per la piegatura, su ogni sezione si determina una perdita di c.a. 70 mm di materiale. Il gioco che si forma, pari a 3 – 5 mm, assorbe la dilatazione trasversale della lamiera dovuta a fenomeni termici. Una volta terminata l’aggraffatura, la dimensione della sezione misura x + 3 mm (fig. 2).
Il ricciolo della doppia piega verticale si trova all’esterno del livello di convogliamento dell’acqua piovana sul manto di copertura, e si può definire impermeabile sui tetti con un’inclinazione minima fino a 3° (5%). La norma DIN 18339 prescrive infatti questa inclinazione minima per le coperture a nastro, in modo da garantire lo scarico dell’acqua piovana in sicurezza. Poiché la doppia aggraffatura non è impermeabile all’acqua stagnante, non è possibile scendere sotto la pendenza minima prescritta senza adottare misure supplementari, nemmeno in corrispondenza di gocciolatoi, correntizi, abbaini, converse, ecc. Se su superfici ridotte, ad esempio, nel caso di coperture a botte, è inevitabile scendere sotto l’inclinazione minima, occorre impermeabilizzare le aggraffature con nastri di guarnizioni supplementari in corrispondenza dei punti interessati. Per non schiacciare tali fasce di guarnizioni, la chiusura a macchina richiede particolare attenzione ed una regolazione specifica della pressione. La possibilita’ di aumentare la sicurezza innalzando l’altezza dell’aggraffatura può presentare problemi per due motivi: da un lato il punto debole viene spostato verso l’alto solo di pochi millimetri, dall’altro questa lavorazione richiede macchine regolabili, non reperibili sul mercato. Se tali apparecchi non sono disponibili, all’aggraffatura manuale gia’ molto impegnativa si aggiunge la precisione meccanica comparativamente più limitata di questa lavorazione, che può avere effetti negativi anche sulla tenuta dell’aggraffatura.

Aggraffatura angolare

I rivestimenti di facciata di tipo aggraffati si eseguono normalmente con la tecnica dell’aggraffatura angolare. Questa variante, che deriva dalla doppia aggraffatura verticale, prevede un’ultima piegatura dei lembi a 90° anziché a 180°. In questo modo si forma una spallatura ad angolo che, rispetto alla doppia aggraffatura, presenta una superficie in vista più ampia e conferisce al rivestimento una struttura più pronunciata (fig. 1). Con questa tecnica, impiegando elementi sagomati o profilati nella qualita’ per facciate, si ottiene un effetto estremamente planare con una consistente riduzione degli ingrossamenti, poiché la semplice procedura di chiusura dell’aggraffatura in pratica non crea tensioni trasversali sulla lamiera. Per questo motivo, ed anche per la facilita’ di lavorazione, l’aggraffatura angolare costituisce la versione attualmente di maggior successo nel settore dei rivestimenti di facciata e superfici in vista di coperture che devono soddisfare particolari requisiti a livello estetico. Il suo impiego è comunque limitato a coperture con pendenza minima di 25° (47%), vista la tenuta leggermente più ridotta dell’acqua corrente.

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